A 54 anni di carriera, Jorge Martinez un libro autobiografico sulla sua vita

A cura di Giovanni Ruggiero
© Copyright LA NACION [ 16 giugno 2021] Intervista realizzata dalla giornalista Liliana Podestà. 

È stato uno dei più affascinanti galan delle telenovele anni '80 e '90 per il quale diverse generazioni hanno sospirato. Ha lavorato con Luisa Kuliok n'è La donna del Mistero; con Grecia Colmenares in Manuela e María de Nadie; con Jeanette Rodríguez in Micaela e con Verónica Castro in Veronica, il volto dell'amore.. Grazie al successo di molte sue interpretazioni, Jorge Martínez ha potuto collezionare una carriera internazionale ha lavorato negli Stati Uniti, in Messico, in Italia e a Porto Rico. 

Oggi scrive le sue memorie in un libro autobiografico che ripercorrerà tutta la sua carriera artistica, dalla sua infanzia al  Club Ferro Carril Oeste dove iniziò a giocare a tennis per puro caso e arrivò a partecipare alla Coppa Davis, fino alla suo primo ruolo come attore tra  studio di architettura e lavoro come modello.
A renderlo popolare  è stato uno spot per una marca di piatti, in cui Martínez è apparso dicendo: "Sono un leone che vende Durax". Da allora non ha smesso più di lavorare e ha realizzato decine di film, opere teatrali e telenovelas. Di tutto questo, delle eroine che lo hanno accompagnato e della voglia di ritirarsi, ne parla con LA NACION

-Come sono trascorse le tue giornate in  pandemia? 
-Sono uscito difficilmente per strada perché ho rispettato le regole facendo una quarantena totale. Ho fatto già la prima dose di vaccino e sto aspettando la seconda, spero al più presto. Mi prendo cura di tutto ciò di cui ho bisogno e faccio tutto ciò che deve essere fatto.
 

-Cosa racconterà quel libro che stai scrivendo?
Tutta la mia vita, dalla mia nascita fino ad oggi. Sono nato nel quartiere Constitución ma da piccolo sono andato a vivere  subito a Caballito, ed è per questo che ho un rapporto così stretto con il Club Ferro Carril Oeste.
Il Tennis, è stato il mio primo amore ..

-Lì ha iniziato a giocare a tennis... 
-Sì, ho giocato fino ai miei 70 anni (oggi ne ho 74). E a 21 anni ho avuto modo di giocare la Coppa Davis. Ero un campione giovanile e nel 1967 facevo parte della squadra argentina di Coppa Davis.

 
-Ma hai rinunciato a fare l'attore.
-Sì. Non potevo gestire tutto. Mi hanno offerto di fare pubblicità e la paga era molto più alta di quella che guadagnavo, e ho accettato. La carriera di architetto è stata molto difficile, complicata per me con gli orari e le altre mie attività, ma mio padre era architetto e voleva lasciarmi studiare. L'ho deluso. Però alla fine, ha finito per lavorare con me in un film.
La decisione di fare l'attore ha cambiato la mia vita: ho abbandonato gli studi in architettura e ho continuato a giocare a tennis solo per diletto. Ha studiato teatro con Agustín Alezzo, Carlos Gandolfo e Augusto Fernandes. Il primo film che ho interpretato fu Pájaro loco, nel 1971.

-Sei stato il rubacuori numero uno per molti anni.
Mi sono divertito, ho vissuto tutto con umiltà, con gioia e senza mai salire su un piedistallo. Ero molto felice.

 -Con la popolarità che avevi, dev'essere stato difficile non montarti la testa...
 -No, mai perché ho una cultura e un'educazione che mi hanno dato i miei genitori e ricordo ancora oggi i loro esempi. L'ho vissuto con umiltà e onestà verso il lavoro. Per 54 anni mi sono dedicato a tempo pieno a questa professione.

-Quando c'era meno lavoro, ti sei scoraggiato? --No, quando c'era meno lavoro mi sono ricordato di tutto ciò che avevo fatto con la mia carriera e quello mi bastava per essere felice. Ho fatto tante cose, ho registrato in Italia, negli Stati Uniti, in Spagna. Anche in Porto Rico e Costa Rica e ho vinto diversi premi. Non mi manca più nulla perché oggi non sono in grado piu di tenere il ritmo di quegli anni. Ho vissuto una vita molto frenetica, mi sono circondato di personaggi come Muhammad Ali, Al Pacino, Robert De Niro, Arnold Schwarzenegger. Ad un certo punto mi ci sono abituato e mi sembrava normale. Ma quella vita non mi manca, anzi, sono felice così, solo a scrivere il mio libro. Abbiamo appena iniziato, con il mio editore Alfredo Bernardi, e attraverso le chiacchierate vengono fuori i ricordi.

- Ti piacerebbe tornare a lavorare? 
-No. -

Ti sei ritirato dalla vita pubblica? 
-Si a poco alla volta. L'ultima cosa che ho fatto a teatro è stata Viva la vida, prima della pandemia, con Nora Cárpena. E con la pandemia interrompemmo tutto.  Non è da molto che non lavoro. Ma non ho più intenzione di lavorare
 
-È una decisione sicura?
 -Quasi. L'ultima parola non è detta. 

-Come mai? 
-Perché vedo che in televisione non c'è più fiction ma solamente intrattenimento come reality. E non è quello che voglio. Le grandi produzioni di altri tempi non si fanno più. Forse mi ritirerò anch'io con gioia e nostalgia. Proprio come una volta ho lasciato il tennis per fare il regista e il produttore, sto pensando di ritirarmi. Anni fa si realizzanvano importanti produzioni per l'industria Argentina che era forte nel mercato internazionale. Era un'industria molto forte che mi ha permesso di avere una carriera internazionale. Le telenovelas argentine sono state esportare ovunque in tutto il mondo e con ascolti incredibili: ad esempio, in Italia La donna del Mistero ha ottenuto il 40 % di share

 -Qual è stata la telenovela che più ti è piaciuta  fare? 
- La donna del Mistero, con Luisa Kuliok, con la quale abbiamo fatto anche il seguito, La donna del Mistero 2.  Abbiamo avuto un buon rapporto professionale anche se non eravamo amici. 
 
- Invece eri amico di Grecia Colmenares
-Sì, siamo diventati molto amici con lei e anche con suo ex marito . Ci vedevamo nei fine settimana e mangiavamo barbecue a casa o andavamo a fare un giro sulla barca che avevano loro. Adesso vivono all'estero e parliamo solo telefonicamente ed è una di quelle amicizie che durano.

-E con Jeannette Rodríguez, come ti sei trovato? 
-Bene. Ho fatto un telenovela prodotta con l'Italia, Micaela. Non eravamo amici ma avevamo un buon rapporto di lavoro. 

- E con Veronica Castro? Cosa è successo
- Non ha avuto mai parole gentili su di me. Quando girammo  insieme, tutto andava bene ma quello che è finito male è stata la nostra relazione personale. Lei, poi, dall'argentina è andata in Messico, è la nostra storia d'amore si è interrotta e tutto finì. Non ci siamo mai più incrociati, né ci siamo più parlati. Tutto è stato lasciato in sospeso. Fa parte oramai del mio passato.

-Hai avuto anche una relazione con Raffaella Carrà. Che ricordi hai di lei?
-Abbiamo girato il film Bárbara, negli anni 80. Eravamo una coppia molto simpatica ma con il tempo ci siamo lasciati. È stata un essere umano eccezionale. 

- Hai avuto rivalità con altri attori delle telenovelas? 
-No per niente. Ho sempre avuto un buon rapporto con tutti, soprattutto con Osvaldo Laport, o con Carlos Mata, con cui parlo ancora e che vive in Messico.

 -Hai intenzione di raccontare le tue storie d'amore nel tuo libro? 
- Racconterò tutto. Forse non con i dettagli, ma credo che se racconti la tua vita devi dire tutto. Ricorderò i 35 film che ho girato e più o meno lo stesso numero di commedie teatrali e telenovelas.
 Quando si supera una certa età ci si abitua a non essere galan e si cerca di fare altri personaggi. Ai miei tempi, i galan erano ragazzi vestiti con giacca, cravatta, gel per capelli e viso pulito. Oggi, invece, sono barbuti, con i capelli lunghi. Tutto è cambiato e gli uomini sono completamente diversi. Inoltre,  è cambiata la televisione. 

-Quale riflessione fai quando rivedi la tua vita? -Penso di aver avuto una vita bellissima, che mi sono goduto tutto e che quei momenti non mi mancano più. Ma in 54 anni di carriera ho vissuto 3 vite in una.

Commenti

  1. Mi piace ancora adesso Jorge,bellissimo uomo!!!!!Mi è piaciuto molto nella donna del mistero con Luisa Kuliok!!!!

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